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sabato 29 aprile 2017

DOMENICA III DI PASQUA (A)


 

At 2,14a.22-33; Sal 15 (16); 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35

 
San Pietro nel suo discorso di Pentecoste, proposto oggi come prima lettura, san Paolo nel discorso pronunciato ad Antiochia di Pisidia (At 13,14-43) e la tradizione dei Padri della Chiesa hanno interpretato le parole del Sal 15 come preghiera di Cristo, annuncio della sua risurrezione e piena glorificazione alla destra del Padre. Alla luce delle letture bibliche proclamate in questa domenica, in particolare di quella evangelica, possiamo mettere in rilievo la supplica del ritornello: “Mostraci, Signore, il sentiero della vita”, che fa ecco alle parole del salmo: “Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza...”

 
Tra le letture che abbiamo ascoltato campeggia la stupenda pagina del vangelo di san Luca. Gesù si fa compagno di viaggio di due dei suoi discepoli che, sconfortati, fanno ritorno alla cittadina di Emmaus. Essi non hanno capito il mistero della croce. Avviliti e delusi, lasciano Gerusalemme e con essa ogni speranza in colui che fu il loro Maestro e che hanno fin qui seguito con grande entusiasmo. Le vicende dei giorni dolorosi della passione li hanno profondamente trasformati. Non capiscono e non credono più nelle parole di Gesù. Ma ecco che nel cammino si fa loro compagno di strada un misterioso personaggio senza rivelare la propria identità. E’ Gesù, il quale, dopo aver ascoltato le perplessità dei due discepoli, li guida attraverso una rilettura dei libri della Scrittura ad una comprensione degli avvenimenti dolorosi dei giorni passati. Le parole e la compagnia di Gesù riempiono il cuore dei discepoli di gioia e calore. Per questo essi pregano il loro compagno di viaggio di trattenersi con loro. Seduti a tavola, nel momento dello spezzare il pane, i due discepoli  riconoscono in quel personaggio il loro Signore. Scomparso Gesù dalla loro presenza, i discepoli di Emmaus ritrovano la voglia di continuare insieme con gli altri compagni rimasti a Gerusalemme una vita di testimonianza e di annuncio del vangelo di Gesù.

 
La prima e la seconda lettura riprendono brani del discorso di san Pietro, in cui l’apostolo annuncia il mistero di Cristo morto e risorto. Passato il momento dello smarrimento, Pietro e gli altri discepoli annunciano con coraggio il vangelo di Gesù e le sue implicazioni nella vita di coloro che accolgono questo messaggio di salvezza. “Questo Gesù , Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni”. In questo mistero noi tutti siamo stati redenti affinché, liberati “dalla nostra vuota condotta”, cioè da una esistenza priva di significato e di valore, ritroviamo in Dio la nostra speranza.

 
Nei discepoli di Emmaus possiamo riconoscere noi stessi in continua ricerca della comprensione del mistero di Gesù. Come loro, anche noi siamo invitati a ripercorrere un cammino di fede attraverso l’ascolto della Parola che ci conduca a riconoscere il Risorto presente in mezzo a noi, in modo particolare nella partecipazione all’eucaristia, e, una volta riconosciuto, a far partecipi i nostri fratelli di questa esperienza.

 
La celebrazione eucaristica ripercorre ritualmente l’itinerario pedagogico scelto da Gesù per farsi riconoscere dai due discepoli delusi: Egli ci raccoglie attorno all’ascolto della Parola e spezza il pane per noi, perché sappiamo riconoscerlo e annunciarlo ai fratelli: “Quando si è fatta vera esperienza del Risorto, nutrendosi del suo corpo e del suo sangue, non si può tenere solo per sé la gioia provata” (San Giovanni Paolo II, Mane nobiscum Domine”, n. 24).